Bergamo:

Fondata da popolazioni celtiche, Bergamo divenne nel Il secolo a.C. un fiorente "municipio" romano di 10 mila abitanti. Di tale epoca restano tracce che si notano ancora nel tessuto urbano: le vie Gombito e Colleoni nella città alta, che seguono il percorso del decumano, e la torre medievale che ne segna il punto d'incontro col cardine.Al periodo romano si deve anche la suddivisione tra la "civitas" sul colle e i "suburbia" nel piano; contrapposizione, ma pure conferma di una contiguità di insediamenti urbani.
Con la conquista da parte dei Longobardi, avvenuta nel 568, dopo le invasioni dei Goti e degli Unni Bergamo ritrovò la sua stabilità, il ducato venne diviso nelle due corti regie di "civitas"e di "curtis Murgula", sancendo quella suddivisione che sopravvive ancora oggi.
L'insediamento posto in alto, per secoli sede del potere, sia sotto il dominio dei vescovi (905-1098) sia nel periodo comunale, vide progressivamente crescere i sobborghi, che nel XII secolo ottennero lo stato giuridico di città e passarono a borghi.  

Negli oltre duecento anni di autonomia comunale la città conobbe un notevole sviluppo dell'economia mercantile, ma già da tempo aveva luogo ogni anno la fiera nel prato di Sant'Alessandro, dove sorge l'attuale centro cittadino. Numerosi furono gli interventi urbanistici, tra i quali si ricorda la costruzione della basilica di Santa Maria Maggiore e del palazzo del Comune. 
Dopo un lungo periodo di lotte tra le famiglie guelfe e ghibelline e uno più breve di autoconsegna al re Giovanni di Boemia, la città passò ai Visconti e, nel 1428, alla repubblica di Venezia.      
Uno dei primi provvedimenti della Serenissima fu la costruzione delle "muraine", la nuova cinta muraria che collegandosi alle difese della città alta, proteggeva, anche i borghi sviluppatisi all'esterno delle mura medievali. In questo modo Venezia rafforzava il rapporto tra la città alta e quella bassa che la cittadella arroccata sul colle aveva in qualche modo allentato.
Si ricostruì il palazzo comunale (ora della Ragione), si aprì la piazza Vecchia in sostituzione di un demolito quartiere medievale, si sistemò l'attuale piazza Pontida nel borgo S.Leonardo (dove si svolgeva il mercato della legna), si aprì una nuova sede per il mercato (piazza Nuova, oggi Mascheroni). Nel secolo XVI lo sviluppo continuò impetuoso; è di quel tempo infatti la straordinaria crescita di palazzi dei ricchi mercanti in via Pignolo, giusto a mezza strada tra Bergamo alta e quella bassa. 
A queste vicende peraltro si sovrappose, fra il 1560 e il 1623, la più clamorosa frattura del contesto urbano: la costruzione dei bastioni della città alta, opera gigantesca e costosissima, che ebbe un grande impatto, non solo sulla forma della città, ma anche sulle condizioni di vita, in quanto le demolizioni comportarono il forzato trasferimento di molti abitanti e la rottura della continuità abitativa tra le due parti della città. 
I bastioni strinsero la città alta in una sorta di spettacolare camicia di forza limitandone lo sviluppo e indirettamente avvantaggiarono la città bassa che vide una crescente presenza di attività economiche: non solo si ampliarono i luoghi di residenza dei ceti ricchi, ma si costruirono anche alloggi per operai e artigiani che, con le loro case a fronte stretta diedero il carattere, in parte ancora visibile, sia al borgo S.Leonardo, dentro la cinta fortificata, sia ai borghi S.Caterina e Palazzo, cresciuti fuori le "muraine".

Con la caduta del dominio veneziano (1796), iniziò un periodo di ristagno nello sviluppo urbano. Per avere un altro importante intervento edilizio occorre attendere il 1837, quando venne aperta dal governo austriaco la "strada Ferdinandea", l'attuale viale Vittorio Emanuele Il. 
Nel 1857 arrivò la ferrovia, e la stazione segnò il nuovo confine meridionale della città. La situazione urbanistica cambiò in modo significativo: la strada Ferdinandea venne prolungata fino alla stazione e si confermò come la principale via d'accesso alla città. Inoltre il nuovo asse diventò di fatto il centro cittadino, ponendo subito la necessità di provvedere a una degna forma urbanistica. Il problema s'avviò a soluzione solo nel 1907, quando Marcello Piacentini vinse il concorso per una nuova sistemazione. Il progetto, ispirato a un arioso eclettismo, previde edifici relativamente bassi per non coprire la vista di Bergamo alta, una forma di rispetto verso quella zona della città che aveva perso da tempo la preminenza ma conservava ancora parte del suo prestigio e intero il suo fascino. Il progetto fu realizzato tra il 1914 e la metà degli anni '30; nel frattempo (1900) le "muraine" erano state abbattute e la città assunse sostanzialmente l'aspetto di oggi. Anche per l'assenza di traumatiche presenze industriali, Bergamo ha subito l'assalto della speculazione edilizia meno di altre città.